RELAZIONI SULLA VISITA GUIDATA AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LOCRI EPIZEFIRI
Il 18 Febbraio
2015, le classi I
G e
I C. della Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Bovalino
hanno effettuato una visita guidata al Museo di Locri Epizefiri.
Scopo di tale
viaggio è stato quello di far conoscere ai ragazzi delle classi interessate, attraverso
la visita interna al Museo, nonché quella esterna al Sito Archeologico, le
ricchezze archeologiche e i beni culturali presenti sul nostro territorio ed
allo stesso tempo anche quello di scoprire quali erano le abitudini, le usanze
e i modi di fare dei popoli antichi che vissero sul nostro territorio all’epoca
della Magna Grecia. Infatti, il sito da noi visitato rappresenta una delle più
interessanti testimonianze della civiltà
antica della Magna Grecia.
Il viaggio ha
avuto inizio da Bovalino con partenza alle ore 09:00 ed arrivo al Museo alle
ore 09:30.
Le classi
interessate sono state accompagnate dalle Professoresse Stillitano, Multari,
Valenti e Zappia.
Arrivati al
Museo, la prima cosa che abbiamo notato è stata la dedica scritta per Paolo
Orsi ed appesa su una parete esterna all’edificio.
La guida che
già ci stava aspettando all’entrata del Museo ci ha spiegato il motivo di tale
dedica. Ci ha riferito
infatti che Paolo Orsi era un Archeologo italiano, il quale pensò che a Locri
ci potessero essere resti dell’antica Grecia.
La guida, dopo
questa spiegazione, ci ha fatto entrare nel Museo e ci ha spiegato che l’edificio,
nel quale eravamo entrati, è il Museo vero e proprio, dove sono riposti i vari reperti, e che invece
all’esterno si trova il sito archeologico dove sono avvenuti gli scavi.
Successivamente siamo saliti al primo piano, dove c’erano i resti
appartenenti alla Necropoli di Lucifero. C’erano molti oggetti ben curati ed
ancora in ottimo stato.
La prima cosa che
ci ha mostrato è stato un barattolino, dove anticamente era riposto un olio che
usavano gli atleti per ungersi il corpo prima di iniziare l’attività sportiva. Poi
ci ha fatto vedere anche numerosi vasi di diverse misure e di una bellezza
unica.
La guida ci ha
anche raccontato che le donne di quel tempo ci tenevano molto alla cura del
proprio corpo. A dimostrazione di ciò è la presenza di alcuni contenitori per
il trucco usato dalle donne in occasioni importanti come i matrimoni.
C’erano anche
le pinzette per modellare le sopracciglia, ma la cosa che mi ha affascinato di
più sono stati gli specchi, molto curati nei dettagli e con manici composti da
bamboline.
Poi siamo
passati in un’altra sala, dove c’erano molti giochi usati dai bambini di quel
tempo, come: bamboline, yo-yo e tante altre cose. Nella stessa sala c’era anche
un telaio con pietre appese ai fili.
Dopo aver
visitato le sale interne al Museo, ci siamo recati all’esterno, presso il sito
archeologico. Qui abbiamo
visitato il Tempio di Persefone, che all’epoca della Magna Grecia era il luogo dove le donne, prima di contrarre
matrimonio, si recavano per portare doni e animali da far sacrificare per poi chiedere
la protezione da parte di questa divinità.
Subito dopo ci
siamo recati alla zona archeologica di Marasà, dove si trovano i resti di un
grande santuario risalente presumibilmente alla metà del VII sec.a.C.. e forse dedicato ad Afrodite, venerata a quei
tempi dai Locresi.
Questo viaggio d’istruzione è stato molto interessante e per me è stato
non solo una grande esperienza, ma anche una grande sorpresa, in quanto non
immaginavo che a pochi chilometri dal mio paese ci fosse un sito archeologico cosi
importante e cosi ricco di reperti antichissimi, testimonianza di quella che fu
una delle più grandi civiltà del nostro territorio.
Irene Furfaro
Ingresso del portico in cui sono esposti due grossi frammenti in calcare appartenenti al tempio di Marasà, un sarcofago in marmo e un'edicola funeraria. |
La
Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Bovalino ha
organizzato, per il giorno 18 febbraio, un’uscita didattica al Museo
archeologico di Locri.
Nei giorni che hanno preceduto l’uscita, i genitori hanno dovuto consegnare le autorizzazioni ai professori e hanno pagato la quota di sette euro, mentre la professoressa di educazione artistica ci ha illustrato in classe quali sarebbero stati i tesori artistici che avremmo potuto osservare al Museo.
Il giorno dell’uscita abbiamo svolto la prima ora di lezione e verso le nove e venti siamo saliti sul pullman, fermo davanti al cancello della scuola, con la professoressa di matematica e con la professoressa di musica.
Arrivati agli scavi di Locri, siamo scesi dal pullman e attraverso un vialetto siamo entrati nel Museo, dove abbiamo potuto osservare moltissime opere eseguite dagli antichi Greci, che avevano colonizzato tutta la fascia Jonica.
Nella prima stanza abbiamo osservato alcuni contenitori, in cui gli antichi Greci conservavano gli oli con cui ungevano il corpo dopo il bagno, specchi in bronzo e tante altre suppellettili.
La guida, inoltre, ci ha illustrato gli sport ai quali si dedicavano gli antichi Greci.
Da quello che abbiamo visto in questa prima stanza, abbiamo dedotto che le donne greche
ci tenevano molto alla cura del corpo.
Nella stanza successiva abbiamo visto le “Pinaches”, quadretti che descrivevano la vita di tutti i giorni.
Infine, prima di uscire dal Museo, ci hanno concesso di fotografare le opere.
Dopo aver mangiato velocemente qualcosa, siamo andati a visitare i resti del teatro Greco e abbiamo scattato qualche foto.
Rientrati a scuola, con l’insegnante abbiamo commentato tutto ciò che avevamo visto.
Questa uscita didattica è stata molto interessante e ha raggiunto due scopi: ci ha permesso di approfondire la conoscenza di alcuni aspetti della nostra terra e di socializzare con alunni di classi diverse.
Nei giorni che hanno preceduto l’uscita, i genitori hanno dovuto consegnare le autorizzazioni ai professori e hanno pagato la quota di sette euro, mentre la professoressa di educazione artistica ci ha illustrato in classe quali sarebbero stati i tesori artistici che avremmo potuto osservare al Museo.
Il giorno dell’uscita abbiamo svolto la prima ora di lezione e verso le nove e venti siamo saliti sul pullman, fermo davanti al cancello della scuola, con la professoressa di matematica e con la professoressa di musica.
Arrivati agli scavi di Locri, siamo scesi dal pullman e attraverso un vialetto siamo entrati nel Museo, dove abbiamo potuto osservare moltissime opere eseguite dagli antichi Greci, che avevano colonizzato tutta la fascia Jonica.
Nella prima stanza abbiamo osservato alcuni contenitori, in cui gli antichi Greci conservavano gli oli con cui ungevano il corpo dopo il bagno, specchi in bronzo e tante altre suppellettili.
La guida, inoltre, ci ha illustrato gli sport ai quali si dedicavano gli antichi Greci.
Da quello che abbiamo visto in questa prima stanza, abbiamo dedotto che le donne greche
ci tenevano molto alla cura del corpo.
Nella stanza successiva abbiamo visto le “Pinaches”, quadretti che descrivevano la vita di tutti i giorni.
Infine, prima di uscire dal Museo, ci hanno concesso di fotografare le opere.
Dopo aver mangiato velocemente qualcosa, siamo andati a visitare i resti del teatro Greco e abbiamo scattato qualche foto.
Rientrati a scuola, con l’insegnante abbiamo commentato tutto ciò che avevamo visto.
Questa uscita didattica è stata molto interessante e ha raggiunto due scopi: ci ha permesso di approfondire la conoscenza di alcuni aspetti della nostra terra e di socializzare con alunni di classi diverse.
Lucrezia Russo
Reperti vari |
Specchio in bronzo, tipico del corredo femminile. |
Pinakes: tavoletta votiva in terracotta |
Tronco di colonna di ordine jonico del Tempio di Marasà |
Bothros: cavità costituita da tre massi squadrati entro la cella del tempio di Marasà e destinata alle offerte per le divinità. |
Foto di Mariaelena Sorrenti
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