ISTITUTO COMPRENSIVO BOVALINO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

ANNO SCOLASTICO 2014/15


 

CLASSI

I C - I G



VISITA GUIDATA AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LOCRI EPIZEFIRI

     
   RELAZIONI SULLA VISITA GUIDATA AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LOCRI EPIZEFIRI









Il 18 Febbraio 2015, le classi I G  e  I C. della Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Bovalino hanno effettuato una visita guidata al Museo di Locri Epizefiri.
Scopo di tale viaggio è stato quello di far conoscere ai ragazzi delle classi interessate, attraverso la visita interna al Museo, nonché quella esterna al Sito Archeologico, le ricchezze archeologiche e i beni culturali presenti sul nostro territorio ed allo stesso tempo anche quello di scoprire quali erano le abitudini, le usanze e i modi di fare dei popoli antichi che vissero sul nostro territorio all’epoca della Magna Grecia. Infatti, il sito da noi visitato rappresenta una delle più interessanti testimonianze  della civiltà antica della Magna Grecia.
Il viaggio ha avuto inizio da Bovalino con partenza alle ore 09:00 ed arrivo al Museo alle ore 09:30.
Le classi interessate sono state accompagnate dalle Professoresse Stillitano, Multari, Valenti e Zappia.
Arrivati al Museo, la prima cosa che abbiamo notato è stata la dedica scritta per Paolo Orsi ed appesa su una parete esterna all’edificio.
La guida che già ci stava aspettando all’entrata del Museo ci ha spiegato il motivo di tale dedica. Ci ha riferito infatti che Paolo Orsi era un Archeologo italiano, il quale pensò che a Locri ci potessero essere resti dell’antica Grecia.
La guida, dopo questa spiegazione, ci ha fatto entrare nel Museo e ci ha spiegato che l’edificio, nel quale eravamo entrati, è il Museo vero e proprio, dove sono  riposti i vari reperti, e che invece all’esterno si trova il sito archeologico dove sono avvenuti gli scavi.
Successivamente siamo saliti al primo piano, dove c’erano i resti appartenenti alla Necropoli di Lucifero. C’erano molti oggetti ben curati ed ancora in ottimo stato.
La prima cosa che ci ha mostrato è stato un barattolino, dove anticamente era riposto un olio che usavano gli atleti per ungersi il corpo prima di iniziare l’attività sportiva. Poi ci ha fatto vedere anche numerosi vasi di diverse misure e di una bellezza unica.
La guida ci ha anche raccontato che le donne di quel tempo ci tenevano molto alla cura del proprio corpo. A dimostrazione di ciò è la presenza di alcuni contenitori per il trucco usato dalle donne in occasioni importanti come i matrimoni.
C’erano anche le pinzette per modellare le sopracciglia, ma la cosa che mi ha affascinato di più sono stati gli specchi, molto curati nei dettagli e con manici composti da bamboline.
Poi siamo passati in un’altra sala, dove c’erano molti giochi usati dai bambini di quel tempo, come: bamboline, yo-yo e tante altre cose. Nella stessa sala c’era anche un telaio con  pietre appese ai fili.
Dopo aver visitato le sale interne al Museo, ci siamo recati all’esterno, presso il sito archeologico. Qui abbiamo visitato il Tempio di Persefone, che all’epoca della Magna Grecia era il  luogo dove le donne, prima di contrarre matrimonio, si recavano per portare doni e animali da far sacrificare per poi chiedere la protezione da parte di questa divinità.
Subito dopo ci siamo recati alla zona archeologica di Marasà, dove si trovano i resti di un grande santuario risalente presumibilmente alla metà del VII sec.a.C.. e  forse dedicato ad Afrodite, venerata a quei tempi dai Locresi.
Questo viaggio d’istruzione è stato molto interessante e per me è stato non solo una grande esperienza, ma anche una grande sorpresa, in quanto non immaginavo che a pochi chilometri dal mio paese ci fosse un sito archeologico cosi importante e cosi ricco di reperti antichissimi, testimonianza di quella che fu una delle più grandi civiltà del nostro territorio.   
                                                                                                                                      Irene Furfaro





Ingresso del portico in cui sono esposti due grossi frammenti in calcare appartenenti al tempio di Marasà, un sarcofago in marmo e un'edicola funeraria.





La Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Bovalino ha organizzato, per il giorno 18 febbraio, un’uscita didattica al Museo archeologico di Locri.
Nei giorni che hanno preceduto l’uscita, i genitori hanno dovuto consegnare le autorizzazioni ai professori e hanno pagato la quota di sette euro, mentre la professoressa di educazione artistica ci ha illustrato in classe quali sarebbero stati i tesori artistici che avremmo potuto osservare al Museo.
Il giorno dell’uscita abbiamo svolto la prima ora di lezione e verso le nove e venti siamo saliti sul pullman, fermo davanti al cancello della scuola, con la professoressa di matematica e con la professoressa di musica.
Arrivati agli scavi di Locri, siamo scesi dal pullman e attraverso un vialetto siamo entrati nel Museo, dove abbiamo potuto osservare moltissime opere eseguite dagli antichi Greci, che avevano colonizzato tutta la fascia Jonica.
Nella prima stanza abbiamo osservato alcuni contenitori, in cui gli antichi Greci conservavano gli oli con cui ungevano il corpo dopo il bagno, specchi in bronzo e tante altre suppellettili.
La guida, inoltre, ci ha illustrato gli sport ai quali si dedicavano gli antichi Greci.
Da quello che abbiamo visto in questa prima stanza, abbiamo dedotto che le donne greche
ci tenevano molto alla cura del corpo.
Nella stanza successiva abbiamo visto le “Pinaches”,  quadretti che descrivevano la vita di tutti i giorni.
Infine, prima di uscire dal Museo, ci hanno concesso di fotografare le opere.
Dopo aver mangiato velocemente qualcosa, siamo andati a visitare i resti del teatro Greco e abbiamo scattato qualche foto.
Rientrati a scuola, con l’insegnante abbiamo commentato tutto ciò che avevamo visto.
Questa uscita didattica è stata molto interessante e ha raggiunto due scopi: ci ha permesso di approfondire la conoscenza di alcuni aspetti della nostra terra e di socializzare con alunni di classi diverse.

                                                                                                                          Lucrezia Russo






Reperti vari




Specchio in bronzo, tipico del corredo femminile.

Pinakes: tavoletta votiva in terracotta




















Tronco di colonna di ordine jonico del Tempio di Marasà

 

Bothros: cavità costituita da tre massi squadrati entro la cella del tempio di Marasà e destinata alle offerte per le divinità.

                                                           Foto di Mariaelena Sorrenti

 

 

 

VISITA GUIDATA ALLA VILLA ROMANA DI CASIGNANA


Relazioni sulla visita guidata alla Villa romana di Casignana






L’Istituto Comprensivo di Bovalino ha organizzato per le classi prime della Scuola
Secondaria di Primo Grado delle visite d’istruzione sul territorio della locride, per valorizzare la nostra terra e farci acquisire maggiore conoscenza dei luoghi a noi vicini.
Uno di questi viaggi si proponeva come meta la Villa Romana, in Contrada Palazzi di Casignana.
Venerdì 20 Febbraio 2015, noi alunni delle classi 1G, 1C e 1B, intorno alle ore 9,30, con un pullman, accompagnati dalle Prof.sse Cordì, Zappia e Valenti, siamo giunti al Parco Archeologico della Villa Romana.
Qui ci ha accolto una guida che, dopo essersi presentato, ci ha condotto lungo un percorso che si estendeva sui due versanti della statale 106.
La guida ha raccontato che questa Villa, che risale al primo secolo d.C., è stata scoperta casualmente, durante dei lavori per costruire un acquedotto, però nessuno si è veramente interessato alla scoperta, se non dopo parecchi anni.
In questa Villa, che deve essere stata lussuosa, si possono vedere degli impianti termali strutturati in tre camere: quella fredda, “Frigidarium”, quella tiepida, “Tepidarium”, e quella calda, “Calidarium”.
Nella Calidarium c’era una grande vasca che, all’epoca, era piena d’acqua riscaldata da un forno tenuto sempre acceso, posto sotto di essa. Gli uomini, immersi in tale vasca, sudavano per depurare la pelle.
Successivamente, attraversando dei corridoi, si arrivava alla Tepidarium. Qui, sotto il pavimento e dietro le pareti, c’erano delle canne di argilla all’interno dalle quali passavano aria e acqua calda, in modo da rendere tiepido l’ambiente.
Così, il corpo iniziava a raffreddarsi per poi passare alla Frigidarium, nella quale ci si immergeva in una vasca con acqua fredda, per finire il ciclo termale.
In quest’ultimo ambiente, nel fondo della vasca si trovano dei pezzi di vetro colorato che, colpiti dai raggi solari, creano giochi di luce.
Inoltre, nella villa si vedono dei preziosi pavimenti formati da tasselli di mosaico, come quelli presenti nella “Sala delle Nereidi”, in cui, nel pavimento, erano raffigurate quattro Nereidi sedute sulla groppa, rispettivamente,  di un leone, un toro, un cavallo e una tigre, tutti con la coda terminante con tre pinne, tipica dei mostri marini.
Poi, attraverso delle scale, la guida ci ha portato oltre la statale 106, verso il mare, dove abbiamo potuto vedere una statua raffigurante un bambino all’interno di una tomba.
Su questo lato della Villa, si trovava un complesso residenziale, con sale decorate a mosaico, come la “Sala delle quattro stagioni”, utilizzata per i banchetti, in cui risaltano i volti personificati delle quattro stagioni.
Risaliti, abbiamo ammirato, in un pavimento, la figura di una donna, che si pensa fosse la padrona di casa, e, poi, ci siamo intrattenuti tra queste meraviglie, ancora per qualche minuto, prima di riprendere il pullman, per la via del ritorno.
La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata l’immagine di donna, probabilmente padrona della Villa, perché inusuale ai nostri tempi tale raffigurazione sul pavimento dell’abitazione; piuttosto oggi si pensa ad un ritratto da appendere su una parete.
Inoltre, è stato bello vedere la quantità di mosaici, che fanno pensare a quanto lavoro certosino sia stato necessario per realizzarli.
Comunque, quello che più mi fa piacere è vedere che, anche nella locride, ci sono dei siti importanti da visitare che attraggono tanti turisti.
Concludendo, posso affermare che gli obiettivi, programmati dai nostri professori, per questo viaggio di istruzione, sono stati raggiunti, in quanto tutti noi alunni abbiamo potuto sia imparare nuove cose, che socializzare con coetanei ed adulti, trascorrendo una bella mattinata.
                                                                                                                       
                                                                                                                                Mario Marzano









L’istituto comprensivo di Bovalino ha organizzato, nel corso dell’anno scolastico 2014 - 2015, alcune visite guidate, tra cui quella alla Villa romana di Casignana.
Nei giorni che hanno preceduto la visita, gli insegnanti hanno richiesto un’autorizzazione da parte del genitore o da chi ne fa le veci ed una quota di euro 7 per il viaggio in autobus ed il costo del biglietto. La partenza è stata stabilita per il giorno venerdì 20 febbraio 2015.
La mattina del giorno 20, siamo entrati in classe alle ore 8:00; è stato chiamato l’appello e si sono svolte le attività didattiche della prima ora di lezione. Alle ore 9:00 ci siamo recati dinanzi al portone della scuola per apprestarci a salire sull’autobus, secondo il seguente ordine: classe 1°B, classe 1°C, classe 1°G. Il viaggio è terminato alle ore 9:30, quando siamo scesi lungo la traversa che portava al sito archeologico della Villa romana di Casignana. Una guida, che ci aspettava all’ingresso del sito, dopo averci salutato, ha richiesto molto silenzio ed attenzione per quello che in seguito avrebbe illustrato.
La prima informazione ha riguardato la scoperta della Villa, avvenuta nell’anno 1963, in seguito ad alcuni lavori per la costruzione di una rete di acquedotti sottostante alla strada statale 106 Ionica. Già in passato il territorio sovrastante la Villa era stato segnalato come zona con presenza di reperti archeologici, ma le avvertenze erano state ignorate. In realtà la Villa era il centro di un gruppo di necropoli, che svolgevano la funzione di luogo di riposo lungo la strada tra Locri Epizefiri e Rhegion.
Abbiamo iniziato la visita salendo sulla passerella in ferro, dalla quale è stato possibile osservare i vari punti della Villa che la guida ci illustrava. Nel giardino che circonda gli scavi è stato possibile notare un’antica fontana, anche se con alcune parti mancanti, come è possibile rilevare anche in altre parti degli scavi, a causa dei furti avvenuti successivamente al VII secolo d.C., periodo in cui la Villa fu abbandonata definitivamente.
La Villa presentava molte vasche termali, tra cui  calidarium, tepidarium, frigidarium, con diversi stati di temperatura. Queste vasche erano alimentate da un particolare sistema per la raccolta dell’acqua e il riscaldamento. Ogni stanza era adornata da alcuni pavimenti a mosaico e la qualità dei mosaici utilizzata dipendeva dalla loro grandezza. Molto interessante era un mosaico che rappresentava quattro Nereidi (ovvero delle sirene il cui compito era quello di soccorrere i pescatori in difficoltà) in groppa ad altrettanti animali: un leone, una tigre, un toro ed un cavallo, tutti con la coda terminante con tre pinne (tratto distintivo dei mostri marini).
Nel tratto finale della passerella era situata una latrina, luogo in cui, oltre alle vasche termali ed altre sale, si discuteva di questioni politiche. Per evitare la presenza di cattivi odori, un sistema di scarico prelevava i rifiuti grazie anche ad un sistema di tubature. Nella stessa retta in cui si trovava la latrina, era situato il tepidarium. Al contrario di altre vasche, il tepidarium aveva il fondo e le pareti rivestiti di mattonelle bianche, questo perché la vasca era ricoperta da una cupola di colore verde-blu che, grazie alla luce solare, dava una tonalità verde marino all’acqua, rendendo l’idea suggestiva di trovarsi in un fondale marino.
Dopo aver visitato una prima parte della Villa, siamo passati ad un secondo scavo, collegato al primo tramite una galleria sotterranea sottostante alla strada. Al termine della galleria abbiamo osservato un piccolo incavo nella roccia, nel quale era situata una piccola tomba coperta dai detriti.
Il secondo sito era più piccolo del primo, perché presentava meno stanze. In una pavimentazione a mosaico era raffigurato il volto di una donna, forse la prima padrona della Villa, infatti il suo sguardo era rivolto verso la necropoli più antica. Scattate alcune foto del primo e del secondo sito, la guida ci ha chiesto di riporre i telefoni cellulari nelle rispettive tasche, vietando di scattare fotografie. Con una bomboletta ha iniziato a spruzzare dell’acqua sui mosaici, eliminando la polvere e dando vita ad alcuni colori molto vivaci. Uno dei mosaici era strutturato con motivo geometrico a cubi prospettici.
Finita la visita guidata, ci siamo stabiliti nei pressi di un piccolo negozio di souvenir in cui era possibile acquistare alcuni libri o cibi e bibite per la merenda, che in quel momento si stava svolgendo. Più tardi siamo ripartiti con l’autobus, lasciando il posto ad altre tre classi in visita al sito.
Siamo rientrati in classe alle ore 11:30, per svolgere le restanti ore di lezione.
La professoressa Cordì Rosetta, insegnante di italiano, ha assegnato la produzione di una relazione sulla visita guidata che, insieme ad alcune fotografie, verrà inserita nel blog che le classi 1°C e 1°G hanno creato online.
Di sicuro gli obiettivi didattici, previsti dagli insegnanti, sono stati raggiunti, anche se la visita è durata meno di quanto mi aspettassi. La guida ha saputo svolgere il suo lavoro e ci ha fornito informazioni molto interessanti. Il sito era in un cattivo stato di conservazione, ma, nonostante tutto, ha mantenuto il suo fascino, in quanto è la testimonianza dello splendore di un’epoca passata.
Manuel De Martino







Ambiente di servizio nell'area termale con pavimento decorato e pareti rivestite da una serie di tubi di terracotta (tubuli) che comunicavano direttamente con l'intercapedine sotto il pavimento e convogliavano il calore verso l'alto.


Sala delle Nereidi. Sul pavimento a mosaico, a grandi tessere bianche e verdi, sono raffigurate quattro Nereidi sedute sul dorso, rispettivamente, di un leone, un toro, un cavallo e una tigre.









Zona destinata a residenza, suddivisa in tre sezioni: una meridionale, una centrale e una settentrionale, con pavimentazioni a mosaico geometrico e figurato.




Pavimento di uno degli ambienti della zona residenziale decorato con un'ampia fascia a girali vegetali e un riquadro centrale raffigurante un volto femminile.


"Sala delle Quattro Stagioni" - Particolare del mosaico pavimentale raffigurante i volti delle quattro stagioni in forma allegorica.

                                                                         


                                       Foto di Francesco Giorgi, Giuseppe Linarello, Domenico Sgrò